Giovedi 29 novembre, nel pomeriggio, alcuni alunni della classe 3 B della scuola secondaria di primo grado, nel rispondere con entusiasmo alle sollecitazioni di alcune insegnanti, hanno partecipato al convegno “Cento anni dalla fine della prima Guerra Mondiale” tenutosi presso la Sala Consiliare del Palazzo di Città. Nell’ottica delle classi aperte e di una scuola che, nella sua mission, faccia rete con le altre agenzie educative del territorio, l’occasione è risultata stimolante per i nostri studenti che, quest’anno, si misurano con lo studio della storia contemporanea. Dopo la performance del coro della scuola media statale “Bovio”, che ci ha consegnato la versione integrale dell’Inno di Mameli, ci sono stati i saluti istituzionali del sindaco Landella il quale, per l’occasione, ha indossato la fascia tricolore, e del Presidente del Consiglio Comunale Luigi Miranda: tra il dato tragico del numero dei caduti, il riferimento alla fine di quattro Imperi e il sogno dell’Unità nazionale che spesso fa della Grande Guerra la nostra “quarta guerra di indipendenza” viene da lui fornita un’efficace sintesi. Seguono articolati interventi del Professor Marco Grandi, docente di Storia Contemporanea all’Università di Genova e del già sindaco Paolo Agostinacchio, i quali hanno accompagnato i ragazzi nel ripercorrere gli eventi più significativi della Prima Guerra Mondiale dalla neutralità dell’Italia alla vittoria, con numerose digressioni che hanno spaziato dalla storia antica ai fatti più recenti. Infine, il giornalista e saggista Luca Pernice, con riferimento ad una delle sue pubblicazioni, ha chiuso il dibattito, alla presenza dell’Associazione dei Carabinieri e dell’Arma Aeronautica, con una insolita parentesi dedicata all’addestramento dei piloti americani a Foggia. A fronte delle peculiarità che hanno contraddistinto ogni singolo intervento, è emerso preponderante un messaggio univoco: “Se vuoi la pace, non preparare la guerra – come dicevano i latini – ma coltiva la pace”. È con questo invito che i nostri studenti sono tornati a casa, potendo domani leggere con lenti nuove i loro libri di storia.
Daniela Scopece

